L’attuale panorama eno-gastronomico comprende una molteplicità di prodotti tanto diversi tra loro ma accomunati da un fattore di imprescindibile importanza: la qualità. Quali sono quindi i tipi di champagne che oggi possono essere ritrovati all’interno dei vitigni più importanti e quali possono accompagnare le cene e i pranzi di tutti in modo da incorniciare l’esperienza culinaria nel migliore dei modi?

In questa guida ci occuperemo proprio di evidenziare in primo luogo quali tipologie di champagne sono in commercio oggi, analizzeremo le varie tipologie in base a diversi parametri per evidenziarne le proprietà e le applicazioni migliori. Seguirà poi una breve sezione dove, dopo aver imparato su quali caratteri e prerogative è possibile fare la scelta di uno champagne adeguato alla propria necessità, verranno esposte le migliori tecniche per riconoscere un ottimo champagne. Il vino più famoso del mondo deve confrontarsi con alcuni requisiti di gran pregio che ne nobilitano l’origine oltreché l’esperienza all’assaggio.

Le tipologie di Champagne esistenti

Il mercato e l’arte dei viticoltori e degli esperti ha nel tempo prodotto importanti soluzioni che si sono via via differenziate in parametri diversi per ottenere altrettante tipologie di champagne che primeggiano per caratteristiche distinte tra loro. I criteri con cui analizzare un prodotto di tale storia e bontà sono relativamente pochi in quanto si analizza in primo luogo l’effettiva quantità di zuccheri presente all’interno dello champagne, un dato importante per stabilirne il grado alcolico.

Si procede poi con la storia vera e propria che accompagna il cosiddetto vino di assemblaggio. È questo appunto il suo secondo fattore di forma, l’assemblaggio. Procedendo nello studio di questo straordinario prodotto, si può considerare l’annata delle uve impiegate oltre ai tempi di affinamento per ottenere la combinazione di diversi fattori da parte di chi produce lo champagne.

Le varietà di uva sono quindi di centrale importanza per determinare la qualità dello champagne in quanto tutto è certificato da regolamenti rigorosi che determinano quali uve sono ammesse alla produzione di champagne. Nello studio e nella conoscenza di una bottiglia di champagne, entra in gioco anche una variabile che potremmo definire architettonica in quanto comprende la fattispecie per cui il vigneto sia o meno recintato da un muro di protezione. Infine, la nostra analisi termina con la verifica dell’effettivo territorio di origine con relativo punteggio ad assegnato.

Il tenore degli zuccheri

Siamo alle fasi finali nella preparazione dello champagne, poco prima della fase di tappatura. In questo momento il prodotto viene trattato con quello che in gergo viene definito come “sciroppo di dosaggio” ovvero un composto di zucchero di canna sciolto all’interno del vino.

Il tenore degli zuccheri è quindi la quantità di sciroppo utilizzata per ottenere champagne differenti. All’interno di questa categoria possiamo quindi cominciare a fare le prime distinzioni. Uno champagne dolce contiene infatti oltre 50 grammi di zucchero per litro mentre uno semi-sec ne contiene tra i 32 e 50 grammi. Un prodotto di categoria sec, invece, presenta una concentrazione zuccherina compresa tra i 17 ei 32 grammi mentre si scende tra i 12-17 grammi per un extra dry arrivando così al brut con meno di 12 grammi per litro.

Se lo champagne presenta una concentrazione inferiore ai 3 grammi per litro si tratta di un prodotto senza aggiunta di zucchero e può essere tranquillamente classificato come brut nature. È qui che nella produzione si interviene per modellare lo stile del prodotto in base alle proprie necessità. Il vitigno infatti può decidere di utilizzare uno sciroppo molto neutro per non intaccare la bontà dello champagne finale.

Di filosofia diametralmente opposta sono invece i prodotti arricchiti con aromi prodotti da sciroppi più elaborati come quelli fatti tramite i grandi vini messi in riserva ad esempio.

L’assemblaggio

L’assemblaggio riguarda la fase successiva alla chiarificazione. Il mastro cantiniere in questo caso cerca la migliore complementarietà, ovvero l’equilibrio e il carattere da mettere all’interno dello champagne. All’assemblaggio partecipano uno o più cru o si può optare per più vini della stessa annata.

In base a questa caratteristica si riconoscono tre categorie di champagne:

  • Trois Cépages, realizzato con uve Pinot Maunier, Chardonnay e Pinot Noir in percentuali uguali;
  • Blanc de Noirs, realizzato con Meunier e Pinot Nero;
  • Blanc de Blancs, realizzato con uve a bacca bianca consentite dal Disciplinare.

Blanc de Noirs

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  • Lo Champagne Blanc de Noirs “PN TX17” di Bollinger è una nuova etichetta della celebre Maison di Aÿ, nata per celebrare la straordinaria qualità del Pinot Noir dei migliori Cru storici del domaine. Una scelta coerente con la tradizione della Maison, che propone sempre etichette basate su una percentuale elevata della nobile uva a bacca nera.
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Blanc de Blancs

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L’annata dei vini impiegati

L’annata dei vini impiegati distingue tra champagne per i quali è stata utilizzata una o più annate. Nel primo caso si parla di champagne millesimati mentre nel secondo caso si parla di non vintage o cuvée. I prodotti non millesimati non superano i 3 anni di affinamento mentre per gli champagne non vintage o cuvée si ha un affinamento compreso tra i 24 e i 36 mesi.

Quindi riassumendo in base all’annata abbiamo:

Millesimato

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  • Chardonnay: Chouilly, Oger, Avize, Le Mesnil sur Oger
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  • Cantina: André Beaufort
  • Provenienza: Francia
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Cuvéè

I vitigni

Il sopracitato Disciplinare permette di utilizzare unicamente 7 varietà d’uva tra cui:

  • Pinot Meunier
  • Chardonnay
  • Pinot Noir
  • Pinot Blanc
  • Arbanne
  • Fromentau
  • Petit Meslier

La recinzione

Sulla bottiglia è possibile ritrovare una denominazione associata ad una possibile recinzione nel luogo di produzione che corrisponde al termine Clos che indica la caratteristica determinante per il prodotto che viene quindi creato con le sole uve presenti all’interno del territorio.

La localizzazione e il punteggio

In base alla localizzazione è possibile definire la qualità delle uve in base alla provenienza:

  • Premier Cru con un punteggio tra l’80% e il 99%;
  • Grand Cru pari al 100%.

Premier Cru

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  • Rame chiaro nel bicchiere. Aromi freschi e tostati al naso. Fruttato e sottile al palato. Finitura di lunga durata. Vitigni: 50% Pinot Noir, 50% Meunier. Acidità: 4,7 g/l. Zucchero: 4 g/l. Chiusura: Sughero naturale. (automated translation)
  • Utile come idea regalo
  • Adatto per essere bevuto da soli o in compagnia
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  • Champagne Rosé RICHARD DHONDT Premier Cru
  • S.A. Non Vintage

Grand Cru

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André Beaufort Champagne Brut Grand Cru Millesime 2006
  • Cantina: André Beaufort
  • Provenienza: Francia
  • Gradazione Alcolica: 12,0%
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Champagne Grand Cru Le Mesnil-sur-Oger Brut Blanc de Blancs AOC Laurier 0,75 L
  • Champagne Brut Blanc de Blancs Grand Cru “Le Mesnil-sur-Oger” 2004 di Pascal Doquet deriva da una parcella di chardonnay (1,67 ettari) piantata attorno all’omonimo comune Grand Cru di Mesnil-sur-Oger, nella Côte des Blancs. La fermentazione è avvenuta con i soli lieviti indigeni, lunga maturazione sui lieviti e affinamento in botti di rovere
  • Chardonnay 100% - Alla vista, color giallo dorato luminoso, perlage fine e persistente. Al naso, note di frutta a polpa chiara, pesca bianca e gialla, di mandorle tostate e di agrumi. Sorso vibrante, fresco, ampio. Si sviluppa su un’impressionante trama minerale, delineandosi su delicate note floreali e di frutta esotica. Equilibrato, fine, persistente. Magico
  • Champagne - Il Grand Cru millesimato “Le Mesnil-sur-Oger” di Pascal Doquet si sposa a meraviglia a piatti a base di pesce o crostacei. Divino con delle tagliatelle con aragosta

Come riconoscere un ottimo Champagne

L’etichetta in questo caso è il primo metodo per riconoscere la qualità di uno champagne. Tramite l’etichetta sarà possibile verificare la provenienza delle uve impiegate, il luogo di lavorazione e di imbottigliamento.

La regione d’origine per un prodotto che porta questo nome dev’essere infatti Champagne. L’impatto visivo è molto importante in quanto il perlage dev’essere fine e fitto. Ogni bollicina in uno champagne di qualità si muove verso l’alto senza sosta, il prodotto è caratterizzato da un giallo paglierino intenso e da una fragranza corposa al palato.