Quando bisogna festeggiare un traguardo oppure un’occasione speciale, brindare con una bottiglia di spumante è ormai un’abitudine ben radicata tra la stragrande maggioranza degli italiani, ma come si fa a scegliere il migliore e stupire i propri ospiti? Vediamolo subito!
Metodi di produzione
Prima di elencare tutte le varie tipologie di spumante, è doveroso specificare che per la loro produzione, a differenza di tutti gli altri vini, è permessa, dal punto di vista normativo, l’aggiunta di saccarosio.
Inoltre l’elevata effervescenza è data dalla spiccata presenza di anidride carbonica.
In commercio è possibile trovare spumanti prodotti con i seguenti due metodi:
– Classico: conosciuto anche come Champenois, viene prodotto tramite la rifermentazione all’interno della bottiglia, ovvero dopo una prima fermentazione sui lieviti naturale.
Una volta concluse entrambe le fasi, è prevista quella dell’imbottigliamento con l’aggiunta di lieviti e zucchero per favorire l’incremento della pressione;
– Charmat: il prodotto realizzato secondo il suddetto metodo è molto simile a quello classico, ma esso prevede la fermentazione tramite l’impiego di autoclavi (non sono altro che dei grandi contenitori ermetici d’acciaio) più imbottigliamento isobarico.
Storia
Gli spumanti affondano le loro radici in Francia, soprattutto nella regione Champagne, ubicata nella zona Nord-Orientale di Parigi.
A oggi, l’anno ufficialmente riconosciuto come inizio della spumantizzazione dei vini è il 1670.
Questo processo produttivo si deve a Dom Perignon, frate benedettino che risideva presso l’abbazia di Hautvillers (località sita nei dintorni di Epernay).
Egli, per evitare la rottura delle bottiglie creata dalla naturale fermentazione del vino a casa dell’aumento eccessivo dell’anidride carbonica, l’uomo aveva iniziato a studiare tutti i numerosi fenomeni fisici e chimici legati alla spumantizzazione.
Tutte le tipologie di spumante
Gli spumanti si differenziano tra loro a seconda del quantitativo di zucchero, ossia:
– Brut: esso contiene meno di dodici grammi di zuccheri per ogni litro di prodotto;
– Extra Brut: il quantitativo di zuccheri presenti all’interno del suddetto spumante corrisponde a meno di sei grammi per litro;
– Nature: conosciuto anche come Dosaggio Zero oppure Pas dosé, contiene meno di tre grammi di zucchero per litro;
– Extra Dry: la presenza di zuccheri per litro oscilla tra i 12 e i 17 grammi;
– Dry oppure Sec: il dosaggio di zuccheri può variare fra i 18 e i 32 grammi per litro di spumante;
– Demi Sec: la grammatura degli zuccheri per litro varia dai 33 ai 50 grammi;
– Dolce: si tratta della varietà di spumante più dolce di tutti, poiché gli zuccheri vanno oltre i 51 grammi per litro.
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Abbinamenti gastronomici
La preferenza di un articolo a un altro può essere dettata non solo dal proprio gusto personale, bensì dagli abbinamenti gastronomici che si vogliono andare a creare.
In linea generale, gli spumanti contenenti un dosaggio zuccherino inferiore ai venti grammi per litro sono perfetti per accompagnare piatti a base di selvaggina, carni cotte al forno, pesce, aperitivi e crostacei
Meglio invece evitare i dolci.
Parlando invece delle proposte con presenza zuccherina oltre i venti grammi per litro, esse ben si sposano con pasticceria secca, torte ricche di panna e glasse sostanziose, pandoro, panettone e cioccolato.
Qualora si intenda provare la degustazione con alimenti salati, via libera a formaggi erborinati oppure stagionati, in quanto il loro sapore intenso verrebbe smorzato dalle soavi note della bevanda.
Come riconoscere uno spumante di buona qualità
Quando ci si appresta a scegliere uno spumante, al fine di evitare errori grossolani, conviene prendere in considerazione i fattori sotto citati:
– dimensione delle bollicine: sebbene possa sembrare un dettaglio di poco conto, non lo è affatto.
Le bollicine di uno spumante di tutto rispetto sono infatti fitte, persistenti, piccole e con moto ascensoriale costante e lento.
Se le bolle sono invece grandi, meglio desistere dall’acquisto e optare per un prodotto migliore;
– presenza del marchio DOC oppure DOCG: uno spumante provvisto di uno dei due marchi è senza ombra di dubbio sinonimo di alta qualità, poiché le aziende produttrici devono attenersi alle severe norme disciplinari volte a preservare le preziose caratteristiche organolettiche e aromatiche;
– colorazione: uno spumante di tutto rispetto presenta un bel colore giallo paglierino, il quale conferisce un aspetto a dir poco invitante;
– bottiglia: meglio optare per una bottiglia di colore scuro, in quanto maggiormente capace di proteggere il contenuto dalle fonti luminose, nonché acerrime nemiche dello spumante;
– tappo di sughero: il tappo di sughero è assoluta garanzia di qualità, perché il suddetto materiale è noto per le sue numerose qualità, in primis l’impermeabilità e l’elevata resistenza alla pressione, anche quando la bottiglia viene posizionata in orizzontale.
Bisogna solo prestare attenzione a non far mai entrare in contatto lo spumante con questo valido supporto, altrimenti il gusto si andrebbe a compromettere in modo irrimediabile.
Come conservare lo spumante
Se la bottiglia di spumante è ancora chiusa, si consiglia di collocarla in una cantina fresca e priva di umidità oppure in frigorifero, dove può durare fino a un mese.
In ambo i casi è preferibile scegliere la posizione orizzontale.
Una volta aperta, sostituire il tappo di sughero con uno ermetico (facilmente reperibile presso qualsiasi supermercato a pochi euro), in modo da prevenire l’evaporazione delle bollicine.
C’è stata una festa dell’ultimo momento e non si dispone di alcun tappo? Niente paura, perché basteranno solo un pezzo di pellicola trasparente e un elastico da fissare bene sul collo della bottiglia e il gioco è fatto.
Meglio evitare di ricorrere al metodo del cucchiaino, in quanto esso lascia passare l’aria e renderebbe il prodotto imbevibile nell’arco di poco tempo.